La magia nel cinema

La magia nel cinema: dall’illusionismo alla CGI

Come il grande schermo ha plasmato l’immaginario collettivo sulla magia.
La magia è sempre stata parte dell’immaginario collettivo. Il cinema, con la sua capacità di raccontare storie visive, ha invece giocato un ruolo cruciale nel definirne i contorni e alimentarne il fascino.

Dall’epoca degli illusionisti come Georges Méliès alla rivoluzione della CGI, il grande schermo ha trasformato l’arte della prestigiazione in una forma di intrattenimento globale. Ridefinendo così il modo in cui percepiamo il meraviglioso.

Gli albori: il cinema come magia.

Il legame tra magia e cinema risale agli inizi stessi della settima arte.

Georges Méliès, illusionista prima che regista, fu uno dei pionieri nel trasformare il cinema in una piattaforma per gli effetti speciali.

Film come Viaggio nella Luna (1902) sfruttavano trucchi cinematografici come dissolvenze, sovrimpressioni e stop-motion per creare illusioni visive che sembravano pura magia.

Immagine del film Viaggio nella luna
viaggio nella luna.
la magia nel cinema

Méliès non solo portò la prestigiazione sullo schermo, ma mostrò come il mezzo cinematografico potesse amplificare l’impossibile. Si apre così la strada a generazioni di registi pronti a sperimentare con la meraviglia visiva.

Ancora oggi, nonostante si possa ricorrere alla CGI, molti registi preferiscono avvalersi alla consulenza di prestigiatori per risolvere problemi di natura “tecnica”.

In passato Ricky Jay e Michael Weber. Questi due illusionisti, crearono una loro produzione che si offriva ri risolvere problemi senza ricorrere alla CGI (costosa).

Io stesso sono stato consulente sul set di alcune pellicole. “Il passato è una terra straniera” di Daniele Vicari e più recentemente “Freaks out” di Gabriele Mainetti.

La magia narrativa: dai classici alle fiabe.

Con il passare dei decenni, il cinema ha integrato la magia in storie più articolate. Pellicole come Il Mago di Oz (1939) raccontano storie incantate. Sfruttando tecniche innovative, come il passaggio dal bianco e nero al Technicolor. Riusciranno così a stupire gli spettatori, immergendoli in mondi fantastici.

Negli anni successivi, il cinema ha dato vita a personaggi come Merlino. Streghe e maghi incarnano l’archetipo del “maestro di magia”.

Questi personaggi hanno reso la magia parte integrante delle narrazioni fiabesche, stabilendo un rapporto stretto tra il fantastico e il magico.
Tutto questo aiutato e supportato anche da films ispirati (in tempi più recenti) a romanzi. Spiccano “il signore degli anelli” e la saga di Harry Potter con i suoi 7 libri ed altrettanti films.

La rivoluzione digitale: dalla magia fisica alla CGI.

L’avvento della tecnologia digitale ha rappresentato una svolta epocale per la rappresentazione della magia sullo schermo.

La CGI (Computer-Generated Imagery) ha permesso ai registi di superare i limiti fisici della scena, creando magie che vanno ben oltre ciò che un illusionista potrebbe realizzare sul palco.

La saga di Harry Potter ha ridefinito l’idea stessa di magia per una generazione di spettatori.

Dalla trasformazione di oggetti ai duelli magici, ogni incantesimo è stato progettato con una combinazione di effetti speciali e storytelling per risultare al contempo incredibile e plausibile.

Altri esempi, come Doctor Strange della Marvel, hanno mescolato CGI con coreografie straordinarie per rappresentare mondi multidimensionali e incantesimi visivamente mozzafiato. Questi film non solo ampliano l’immaginario visivo della magia, ma ridefiniscono il confine tra ciò che è reale e ciò che è illusione.

Magia e realtà: l’influenza del cinema sulla prestigiazione
Curiosamente, il cinema ha influenzato anche gli illusionisti.

Effetti ispirati alle pellicole hanno iniziato a comparire negli spettacoli dal vivo, con maghi che utilizzano proiezioni olografiche e trucchi digitali per replicare ciò che il pubblico vede sul grande schermo. Artisti come Marco Tempest, noto per il suo uso della realtà aumentata, dimostrano come il confine tra cinema e prestigiazione sia sempre più sottile.

Altri esempi del passato recente sono Tony Chapek e la sua interazione con un suo doppione all’interno di uno schermo, ed in passato anche il greco Jorgos che interagiva con una sua proiezione cinematografica ed infine usciva dallo schermo per tornare in “carne ed ossa al centro del palco.

Anche Aldo Giovanni e Giacomo nel loro spettacolo “tel chi el talun” hanno mescolato queste due forme di effetto magico pseudo cinematografico.

Volendo citare invece altri prestigiatori che sono ricorsi alla magia per ricreare effetti speciali degni di produzioni cinematografiche, avremo l’intramontabile David Copperfield che vola sopra le teste degli spettatori in teatro, Criss Angel e Dinamo che salgono sui palazzi meglio di “Spider Man” ed i fantastici Barry & Stuart che in programmi televisivi riproducevano i miracoli della bibbia.

Il fascino eterno della magia cinematografica
Nonostante l’avanzare della tecnologia, il fascino della magia nel cinema rimane invariato: continua a catturare l’immaginazione, stimolando quella meraviglia infantile che tutti cerchiamo. Che si tratti di un semplice trucco ottico o di un elaborato effetto digitale, la magia, sullo schermo come sul palco, non smette mai di ricordarci che, per quanto il mondo possa essere razionale, c’è sempre spazio per l’incanto.
Non per niente, tutto quello che vogliamo etichettare come superiore lo definiamo magico.
E tu? Qual è il tuo film “magico” preferito?
Ci vediamo al prossimo articolo
Alain